Made in Italy è un'espressione che evoca in tutto il mondo l'idea dei prodotti italiani. Il motivo della fama di questa espressione che nel tempo è diventata un vero e proprio brand, è la qualità che caratterizza le eccellenze artigianali e industriali italiane. Dalle calzature al pret à porter, dalle biciclette alle automobili, senza dimenticare le eccellenze enogastronomiche, i prodotti italiani che si fregiano di questo titolo sono particolarmente ricercati sui mercati mondiali per la qualità e l'affidabilità, per la fantasia e l'originalità del design, per la loro durata e sicurezza, per il gusto e il sapore inconfondibili.

 


Per far conoscere e promuovere il Made In Italy, durante tutto l'anno in Italia è un susseguirsi di incontri, fiere, show room, all'insegna del buon gusto, della qualità, della ricerca e della tradizione. Si tratta di iniziative che spesso uniscono il carattere della mostra mercato all'evento culturale, occasioni per conoscere l'arte e la storia del Belpaese.  Molte delle produzioni artigianali e industriali che garantiscono l'origine dei prodotti made in Italy si fregiano di marchi e riconoscimenti internazionali, come i vini DOC, a Denominazione di Origine Controllata, o i formaggi DOP, a Denominazione di Origine Protetta, mentre altri, come tessuti, arredi e accessori d'abbigliamento, sono tutelati da brevetti e copyright che ne assicurano l'unicità.

 


A garantire sia la provenienza che l'ideazione e la realizzazione dei prodotti Made in Italy intervengono sia i consorzi di tutela che i singoli produttori, mentre agenzie indipendenti ne certificano la qualità e vigilano contro sofisticazioni e contraffazioni. Spesso il motivo di una visita in Italia è proprio questo: scoprire da vicino i luoghi del Made in Italy, osservare come vengono realizzati i suoi prodotti, collegarsi alla tradizione e alla cultura che li ha generati. È assai difficile tornare a casa senza portarne con sè almeno un ricordo.

 


 

Tantissime sono le cose da vedere a Lucca, città dall’immensa ricchezza storico-monumentale per cui è stata anche avanzata la proposta di includere il suo centro storico nella lista del patrimonio dell'umanità dell’UNESCO. A cominciare dalle mura quasi intatte che la circondano.

 


Si può accedere alla città passando le Mura attraverso sei porte costruite tra il 1500 e i primi del '900. Altre porte, risalenti a tracciati murari anteriori sono tuttora visibili all'interno della cinta attuale, si tratta dell’Antica Porta San Donato (1590), all'interno dell'omonima piazza sede dell’Opera delle Mura, Porta San Gervasio (1198) e Porta dei Borghi.

Il centro storico della città ha mantenuto intatto il suo aspetto medioevale, grazie alle pregevoli architetture, le antiche e numerose chiese (Lucca è anche detta la città dalle 100 chiese), le tante torri, campanili e monumentali palazzi rinascimentali.
Tra le torri, da annoverare sicuramente la Torre dell’Orologio che con i suoi 50 metri circa di altezza è la più alta, ed in cui è possibile ammirare il meccanismo a carica manuale dell’orologio e la scala in legno interna di 207 gradini ancora conservata; e la Torre Guinigi, uno dei monumenti più rappresentativi di Lucca, con la presenza di alcuni lecci sulla sua sommità. 

 


Da visitare sicuramente anche le tante piazze: Piazza dell’Anfiteatro, nata sulle rovine dell’antico anfiteatro romano ad opera dell’architetto Lorenzo Nottolini; Piazza San Michele fulcro storico della città; Piazza san Martino con il celebre Duomo; Piazza Napoleone voluta da Elisa Baciocchi durante il suo principato e Piazza del Giglio dove affaccia l’omonimo Teatro.

 


I monumenti cittadini mettono in evidenza i modi diversi con cui i lucchesi interpretarono il messaggio unitario. La città toscana, infatti, aderì al processo unitario in modo originale, considerando che l’annessione prima al Gran Ducato di Toscana e poi quella al Regno d’Italia comportarono una forte volontà di preservare le radici culturali della comunità. Lucca scelse quindi di celebrare l’indipendenza e l’unità nazionale abbellendo e decorando con nuovi monumenti il proprio centro storico.
Monumenti dedicati ai padri dell’indipendenza che si possono ammirare attraverso un tour in questa splendida cittadina. A cominciare dalla statua a Francesco Burlamacchi, eretta nel 1863 in Piazza San Michele. Si prosegue poi con il monumento al garibaldino-mazziniano Tito Strocchi realizzato da Artemisio Mani nel 1883, presente nel cimitero urbano. Del 1885 è invece l’opera in bronzo che si erge sul baluardo di Santa Maria, realizzata dalla scultore Augusto Passaglia e dedicata a Vittorio Emanuele II. In piazza del Giglio c’è invece la statua marmorea di  Giuseppe Garibaldi, opera di Urbano Lucchesi, inaugurata il 20 settembre del 1889. L’eroe dei due mondi è rappresentato a figura intera e i due rilievi bronzei sul basamento rappresentano lo sbarco dei Mille a Marsala e la battaglia di Calatafimi.

 

 


 



Case settecentesche come queste, furono fatte costruire dai Granduchi di Toscana e dalla Sacra religione di Santo Stefano, e sul loro esempio, anche dai proprietari privati nelle colline sovrastanti la Chiana, ed altrove; case che, nella Valle venivano ubicate presso le pubbliche strade o lungo le vie interpoderali, spesso in scenografici rettifili, fiancheggiate dagli immancabili gelsi, le cui foglie servivano per gli allevamenti dei bachi da seta



Questa attuvità fu praticata fino a circa il 1940 (nei locali delle fortezza di Montepulciano fu attivo dal 1869 al 1926 uno dei più grandi stabilimenti bacologici d'Italia che arrivò a dare lavoro fino a 600 persone). Sono chiamate così, "Case Leopoldine", poiché deriva dal nome di Pietro Leopoldo di Lorena. Dovendo ospitare molte persone (come già detto ogni podere era esteso in media per 23 ha) le case coloniche sono costituite da due piani; con l'androne o portico a volta reale, oppure con un portico a terreno e una loggia al piano superiore. Spesso una croce in ferro a vessillo, sormonta tali edifici (e all'interno, in qualche caso si ha il monogramma benedettiano di Cristo "JHS", nome greco di Gesù).

 


 



Pienza è un borgo molto piccolo, ma grazie al destino di aver avuto un Papa Enea Silvio Piccolomini, divenuto famoso come Papa Pio II, questo posto ha visto ampliare la sua fama. Conosciuta come Corsignano, nel rinascimento viene ribattezzata "Pienza", in onore del suo cittadino più famoso, Pio II, vissuto in un'epoca importante della storia, non solo per la canonizzazione di Santa Caterina da Siena, ma anche per le lotte tra oriente ed occidente, che vedevano la minaccia del Sultano Maometto II.


E' considerata la città ideale, un raro esempio portato a termine di urbanistica rinascimentale. Il Papa chiamò le maestranze più importanti dell'epoca per la sua costruzione, tra i quali Bernardo Rossellino e grazie a queste, furono realizzati il palazzo rinascimentale Piccolomini ed il giardino pensile. Tuttora Pienza è conservata in ottimo stato con importanti monumenti, adagiata su un colle che domina la Val d'Orcia.

 


 

Sapevate che dalla nostra struttura, affacciati al balcone, potete vedere il tratto di strada in cui ha inizio la scena iniziale della "Vita è Bella" di Benigni?



Più di 200 film sono stati girati nella regione dai primi del '900 a oggi e il territorio è sempre più spesso palcoscenico preferito di ambientazione per spot pubblicitari, film contemporanei e film in costume.

 


La nostra zona non manca di altre illustri rappresentazioni fra cui spiccano:

Sotto il Sole della Toscana - Under The Tuscan Sun,
2003, regia di Audrey Wells.

La pellicola è stata girata principalmente nella cittadina di Cortona, utilizzando le location del centro Storico, in cui ha luogo la Villa Bramasole, la villa abbandonata che viene poi ristrutturata durante l'arco del film.


 

Il Paziente Inglese,
di Anthony Minghella,
che nel 1996 scelse proprio Pienza per girare le scene ambientate nel monastero di Sant'Anna in Camprena che si affaccia nella Val d'Orcia.



Il Gladiatore,
pluripremiato film di Ridley Scott, dove, sempre nella Val d'Orcia, sono ambientate le scene finali. Il regista ha trovato l'ambientazione perfetta, con i giochi di luce che cercava, con i tramonti caldi e naturali che illuminano i campi di grano. Così ha trasferito direttamente da Malta la troupe nella campagna senese, tra San Quirico e Pienza.

 

 
Nelle scene di Io ballo da Sola, i colori della terra del Chianti sono le protagoniste delle inquadrature, in cui le bellezze naturali si fondono con quelle architettoniche come nel caso della villa in cui si esiliano in vacanza, proprietà dello scultore M. Spender, in cui le opere picassiane sono il guizzo estetico più apprezzabile del film.

 

 

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